Vacanze al mare in Albania, un titolo provocatorio?
Probabilmente si, o forse no, o in parte. Preferiamo che siate voi a farvi un idea e tirare le conclusioni.
Certamente l’Albania è una destinazione turistico-balneare sempre più in crescita. Per quanto i pregiudizi potrebbero essere duri a morire, ma quando guardi le foto delle spiagge, delle acque cristalline e soprattutto i prezzi, i pregiudizi cominciano ad avere i primi infarti :-), le prime ischemie e per “qualcuno” muoiono, per altri ancora resistono e quindi sopravvivono.
Ma hanno ragione di continuare a vivere questi pregiudizi sull’Albania?
Dobbiamo avere timore ad organizzare la nostra vacanza estiva in questo paese? Durante una vacanza “estiva” non c’è soltanto il mare, le spiagge ed il prezzo pagato, ma bisogna tener conto di molte altre cose. Dalla nostra esperienza di viaggio vengono fuori alcuni elementi da tenere in considerazione e che sono riconducibili ad uno strascico (speriamo l’ultimo) di una terra povera e poco ospitale, da cui -fino a qualche anno orsono- si scappava.
Come raggiungere l’Albania
Dall’Italia, l’Albania si raggiunge facilmente, in poco più di un ora aereo.
Voli giornalieri su Tirana (la capitale) da/per molti aeroporti Italiani con frequenze ed aeroporti che vengono incrementati durante il periodo estivo. Per chi invece ama il traghetto, anche qui c’è una buona scelta. Partendo da uno dei principali porti Italici adriatico/ionici (ad es. Ancona, Bari, Brindisi) dopo almeno 5 ore di navigazione si possono raggiungere Durazzo o Valona.
Serve l’automobile
SI. Se avrete raggiunto Tirana, Durazzo o Valona non siete affatto arrivati.
L’oggetto del desiderio, le spiagge ed il mare tanto attesi si trovano nella costa sud dell’Albania. Quella che “inizia” qualche chilometro dopo Valona.
Quattro o due ruote che siano bisognerà spostarsi da una delle tre città nella quale siamo arrivati.
Non ci sono pedaggi autostradali da pagare, ma allo stesso modo le strade non sono all’altezza (a volte: dissestate, impervie, che attraversano centri abitati e così via). Solo alcuni chilometri verso Tirana sono paragonabili ad una vera propria autostrada.
Direzione mare
Il punto di partenza per il mare albanese è la città di Valona
La costa, rispetto al passato, ora è preservata dalle speculazioni edilizie. Non più come qualche addietro, quando i pochi viaggiatori tornavano con racconti di chilometri di spiagge libere punteggiate da pochi ombrelloni e ancor meno turisti.
Adesso le spiagge non sono piene, ma certamente più popolate. Come a Dhermi che è una delle località balneari più belle e frequentate dell’intera riviera albanese. Qui non c’è una vera e propria cittadina, ma diversi chilometri di spiaggia con qualche campeggio spartano e diversi alberghi, una vita notturna piacevole, un buon numero di ristoranti.
IL PARCO NAZIONALE LLOGORAJA
La strada per arrivarci (che inizia subito dopo Valona) merita il viaggio.
Abbandonata la lunga baia di Valona, si risale per i 1.027 metri del passo di Llogaraja, lungo una strada che sale ripida quasi che chi ha progettata non avesse bene in mente come costruire una strada di montagna.
Siamo così all’interno di un parco nazionale creato nel 1966. Tra i pini alcuni ristoranti a bordo strada dove viene servita carne alla griglia (per lo più agnello) ordinato frazioni di chilo ed accompagnato con insalate alla cipolla.
Siamo sulla strada verso quella che è a tutti gli effetti la porta d’accesso al litorale ionico albanese, quello che si estende da Dhërmi fino a Saranda e il confine con Grecia.
Una volta scollinato si apre un paesaggio maestoso: mare blu intenso, montagne brulle che drammaticamente digradano sullo Ionio, pochi piccoli paesi a marcare il territorio e, in lontananza, il profilo di Corfù. Tutta questa parte di costa è un buon posto per fermarsi da uno dei tanti affittacamere. Case decisamente nuove, prezzi convenienti (anche se in agosto salgono), colazioni abbondanti con prodotti localissimi, spiagge libere e mare pulito.
Per chi vuole una cittadina più grande di Dhermi può arrivare fino a Himare, che è l’unico centro relativamente grande della zona.
Per chi è attratto dall’archeologia contemporanea non può mancare la scenografica di Porto Palermo, dove c’è una fortezza costruita da Alì Pasha, acque cristalline, due piccole strutture ricettive isolate e nell’angolo settentrionale della baia, un piccolo porto in disuso che veniva usato dai sovietici per nascondere i sottomarini di stanza nell’Adriatico. Dietro, sulla montagna bianca e brulla, qua e là spunta qualche bunker di cemento armato, testimonianza solitaria della follia dei governanti.
Ancor più a Sud, verso Saranda, le montagne si fanno sempre più irte e le spiagge piccole, ma un angolo di scogliera per stendere l’asciugamano lo si trova facilmente.
Saranda invece è una città turistica a tutti gli effetti, con grandi ed eccessivi albergoni che si affacciano sul mare, spiagge zeppe di ombrelloni, locali che sparano musica stile Ibiza e una densità di persone per metro quadrato di sabbia che è meglio dirigersi altrove, specie se in Albania si è venuti per cercare quiete e spazio.
Infine, una volta arrivati fino a Saranda non fate l’errore di perdervi gli scavi archeologici di Butrinto, con un grande teatro romano e una basilica paleocristiana.
In poche parole: questa era la nostra Albania..!
Fonte e foto: aggynomadi
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