VIAGGIARE (Cicloturismo Lento) – Complice la frenesia della vita di ogni giorno, il turismo lento è sempre più diffuso. Per staccare “davvero” la spina, cosa è necessario?
Una bicicletta, libertà, leggerezza, apertura agli altri e al mondo che solo il ritmo lento della pedalata potranno restituirci!
Evaneos, leader nell’organizzazione di viaggi unici e responsabili organizzati in collaborazione con le migliori agenzie locali, ha chiesto a Marco Buonomo, autore di un giro del mondo in bici con i Cyclolenti e oggi anima del progetto RiconnetTiAmo, cosa significhi viaggiare a cavallo di una bicicletta?
- Cos’è il turismo lento?
- Cyclolenti: un viaggio in bicicletta e barca intorno al Mondo
- Cosa rappresenta per te la bici?
- I 5 consigli di Marco Buonomo per un cicloturismo lento
- Imprevisti di viaggio
- Cicloturismo lento: un enorme senso di libertà!
- Riconnettiamoci grazie al cicloturismo lento
- Evaneos, i tuoi viaggi con gli esperti locali
Riconnettiamoci: viaggiando con lentezza.!
Cos’è il turismo lento?
Il turismo lento (in inglese Slow Tourism), nasce per contrastare la frenesia delle nostre vite. Infatti è un nuovo modo di viaggiare per rilassarsi ed osservare tutto ciò che ci circonda. Un viaggio, quasi filosofico, pragmatico, dove i dettagli sono al centro dell’attenzione!
Lo Slow Tourism, nel pieno rispetto dell’ambiente, ci farà scoprire nuove culture, luoghi nascosti, prodotti locali e molto altro ancora. Tutto ciò in modalità “Slowly”: con calma e lentamente!
«Per oltre 10 anni ho seguito la via classica. Lavoro, carriera, soldi da spendere per pagare quello che apparentemente mi piaceva. Poi ci ha pensato “la vita” a scombinarmi i piani. L’azienda per cui lavoravo ha licenziato personale e mi sono trovato a dover decidere che fare. Ci ho messo tempo a decifrare cosa mi facesse davvero stare bene. Poi la risposta è arrivata: viaggiare e scoprire stili di vita sostenibili».
Marco Buonomo
Cyclolenti: un viaggio in bicicletta e barca intorno al Mondo
Marco Buonomo e la sua ex compagna Tiphaine, a bordo delle loro biciclette hanno attraversato le steppe kazake, lungo la vecchia via della seta in Uzbekistan, risalendo le alte vette del Tagikistan, attraversando la Cina e conquistando le giungle tropicali del sud est asiatico fino all’Indonesia.
Per il viaggio di ritorno, hanno deciso di rinunciare all’aereo e con un viaggio in barca di oltre 4 mesi hanno fatto scalo in Malesia, alle Maldive e infine in Oman. In Medio Oriente hanno nuovamente toccato terra, attraversando qualche Paese dell’Ex Unione Sovietica e l’Europa, che era ormai dietro l’angolo.
Un viaggio durato 3 anni e 3 mesi, che ha coperto oltre 25.000 chilometri via terra e 6.000 miglia via mare lungo 33 Paesi. Marco Buonomo, conclusa la sua avventura, l’ha raccontata ad Evaneos, il leader nell’organizzazione di viaggi unici e responsabili organizzati in collaborazione con i migliori agenti di viaggio locali.
L’intervista a Marco Buonomo
Cosa rappresenta per te la bici?
La bicicletta è un passaporto che ti permette di andare ovunque senza barriere.
Quando entravo nei villaggi la gente mi si accostava e mi salutava. Un ciclista è aperto agli altri e gli altri si aprono a te. Sono stato aiutato tantissimo durante il viaggio dalle persone che abbiamo incontrato e sono convinto che il fatto di esser stato aperto, senza barriere fisiche e mentali, sia stato decisivo perché si fidassero di me.
Infatti, andare in bici è anche questo: significa conoscere più persone, toccare i luoghi e le comunità con un ritmo diverso e vederli in maniera diversa. Entrando in contatto con le persone del luogo puoi vedere cose che non sono in nessuna guida turistica.
I 5 consigli di Marco Buonomo per un cicloturismo lento
- Il primo e per me più importante: fare un itinerario di massima pianificando il meno possibile, soltanto la struttura del viaggio e poi basta. Questo lascia spazio alla magia, a un invito, all’imprevisto!
- Per le famiglie con bambini: programmare tappe corte, inserire nella pianificazione delle soste di interesse per bambini, diversificare le esperienze: non solo ed esclusivamente bicicletta, ma anche mare, giochi, visite a luoghi in cui si incontrano altri bambini.
- Non investire subito sulle attrezzature, verificare prima se l’esperienza piace e se la spesa vale la pena.
- Nel primo viaggio limitare i dislivelli.
- Infine, non essere integralisti scartando a priori l’opzione bici elettrica: apre a possibilità in più anche per chi non è in perfetta forma.
«Ancora oggi, nell’accompagnare i miei clienti raccomando sempre loro di non pianificare tutto, di rimanere aperti all’incertezza: è anche questa una forma di libertà».
Marco Buonomo
Imprevisti di viaggio
Un viaggio come il mio ti espone a imprevisti che un’esperienza turistica costruita non ti propone, ma devo dire la verità: sono stati spesso la parte più interessante del viaggio.
Una volta, in Oman, percorrendo un percorso segnato su mappa sono finito in un punto senza via d’uscita. Era una situazione potenzialmente molto pericolosa perché non avevo abbastanza scorte alimentari. Un coppia di abitanti del posto mi ha aiutato e ospitato. Il nostro incontro è finito con una memorabile mangiata di aragoste.
Oggi mi chiedo: cosa avrei perso, dal lato umano, se non avessi avuto questo imprevisto? Di cosa mi sarei privato? E non parlo ovviamente solo delle aragoste!
Andare in bici espone a imprevisti, ma molti di questi si tramutano in incontri straordinari e arricchenti, a patto che si conservi un atteggiamento aperto e di fiducia.
Cicloturismo lento: un enorme senso di libertà!
Viaggiare in bicicletta ti costringe a scegliere solo l’essenziale. Più oggetti superflui ti carichi addosso, più fatica farai. Selezionare quindi solo lo strettamente necessario ci permette di sperimentare una sensazione di benessere e libertà difficili da descrivere senza averli provati.
Alla fine di una vacanza in bici ti rendi conto di quanto poco possa servire per vivere e questa ritengo sia un’ottima attitudine da conservare anche nella vita di ogni giorno. Io ho viaggiato per oltre 3 anni con un budget giornaliero di 5 euro, bastando a me stesso per i pasti e il resto.
Certo l’esperienza turistica non deve essere così estrema, ma anche in un perimetro controllato come quello di un viaggio vacanza, si può sperimentare questa forma di liberazione dal superfluo.
Infine, un’altra cosa importante: avere meno carico apre anche a più strade e possibilità di itinerario. Banalmente una salita affrontata con la bici stracarica comporta molta più fatica e quindi ci preclude alcune strade.
Riconnettiamoci grazie al cicloturismo lento
Oggi, Marco Buonomo si è reinventato guida cicloturistica e con il progetto RiconnetTiAmo accompagna persone “normali” in tour di una settimana in Sardegna.
aggynomadi.it
Bastare a se stessi, contare solo sulle proprie gambe e forze e percorrere un tragitto raggiungendo la meta prefissata, hanno un impatto potentissimo sull’io. Ci riempie di fiducia sapere di aver raggiunto l’obiettivo solo con le nostre forze. È catartico per i viaggiatori!
E poi si sperimenta il silenzio e lo stare con se stessi: ho visto gente scoppiare a piangere di felicità solo per il fatto di essere stata con se stessa, di essersi ascoltata. Soprattutto dopo gli anni che abbiamo vissuto la gente ha bisogno di questo.
Evaneos, i tuoi viaggi con gli esperti locali
Il meglio di un viaggio è spesso ciò che c’è di più inaspettato. Lasciati sorprendere. Lasciati accompagnare dalle nostre agenzie locali in un viaggio fuori dal comune. Preventivo Gratis in 48h. Viaggi 100% Fai Da Te. Tour Operator Locale. Oltre 500 Tour e 60 Paesi.
Fonte e foto: Il tuo viaggio con Evaneos.
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